Un viaggio andata e ritorno dalla Terra alla Luna. Oppure venticinque rotazioni lungo la linea equatoriale del nostro pianeta. Non si tratta della prossima missione di Samantha Cristoforetti, bensì del risultato ottenuto se si imballassero e posizionassero uno accanto all’altro i rifiuti solidi urbani prodotti, ogni anno, nel mondo.
A dirlo è l’ultimo Rapporto pubblicato dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente¹. Si parla di più di due miliardi di tonnellate, numero che è destinato a crescere inesorabilmente. Per non parlare dell’ammontare dei rifiuti speciali che, solo in Italia, nel 2022 ha raggiunto oltre 160 milioni di tonnellate².
Per ridurre l’impatto ambientale di queste ingenti quantità, è importante predisporne un’attenta e consapevole gestione. Una delle attività più delicate è legata al trasporto di rifiuti pericolosi: scopriamo di più.
L’importanza della classificazione dei rifiuti
Per organizzare prima lo smaltimento e poi il trasporto sia di rifiuti solidi che di rifiuti liquidi è fondamentale che essi vengano classificati a seconda di canoni condivisi e prestabiliti. Si tratta di un passaggio essenziale poiché è proprio da tale categorizzazione che dipenderanno tutti i successivi processi. Come abbiamo visto in un precedente contenuto, infatti, la classificazione dei rifiuti è normata dal Testo Unico Ambientale³. Oltre ad essere suddivisi, a seconda dell’origine, in rifiuti urbani e speciali, gli scarti vengono identificati, attraverso un codice a sei cifre denominato codice E.E.R., come:
- non pericolosi assoluti;
- pericolosi assoluti, suddivisi in varie classi di pericolo cautelative;
- non pericolosi con voce a specchio;
- pericolosi con voce a specchio.
In quest’ultimo caso, sarà necessario sottoporre i rifiuti a delle analisi di classificazione per riscontrare le concentrazioni di contaminanti. Se queste superano i limiti di legge, il prodotto viene considerato come pericoloso e gli verranno assegnate le cosiddette caratteristiche di pericolo, indicate con una sigla che va dall’HP1 a HP15, (dove, per esempio, HP1 sta per rischio esplosivo e HP14 rischio ecotossico).
Gestione e trasporto di rifiuti pericolosi: una questione delicata
Secondo la tipologia, la composizione, il volume e la provenienza, i rifiuti pericolosi vengono “amministrati” attraverso specifiche prassi, con lo scopo di evitare il rilascio di sostanze tossiche e dannose per l’ambiente e per l’essere vivente.
Dopo aver classificato, etichettato e imballato i prodotti di scarto pericolosi, è di primaria importanza effettuare il loro stoccaggio in un luogo dedicato e riconoscibile. É necessario poi proseguire con l’inserimento del rifiuto nell’apposito registro di carico/scarico, prima di procedere allo smaltimento secondo le tempistiche della vigente normativa.
Per quanto riguarda il trasporto di rifiuti pericolosi, è necessario verificare se il rifiuto, in base alla sua composizione, è sottoposto alla normativa ADR, ovvero l’Accordo europeo relativo al trasporto internazionale su strada delle merci pericolose⁵. Si tratta di una direttiva applicata in ben 54 Paesi, UE ed extra UE, che disciplina il lavoro di tutti gli attori coinvolti nella gestione a 360° di rifiuti pericolosi. Tali attori sono:
- l’impresa (a volte anche produttrice) che spedisce per conto proprio o di terzi le merci pericolose;
- il trasportatore, ovvero quell’azienda che esegue fattivamente il trasporto;
- il destinatario, cioè colui che prende in carico le merci pericolose all’atto della consegna.
Sono ugualmente soggette alla normativa anche le attività dell’impresa che carica e scarica le merci pericolose, così come coloro che hanno il compito di riempire fisicamente cisterne e container con tali rifiuti, per prepararli al trasporto.
ADR trasporto di rifiuti pericolosi: obblighi ed esenzioni
Per definire l’ambito di applicazione della normativa ADR, che viene aggiornata ogni due anni, è fondamentale verificare se la merce trasportata è considerata pericolosa anche secondo i criteri ADR. Infatti, se il codice CER e le caratteristiche di pericolo HP sono utili per gestire l’intero ciclo di vita del rifiuto, diversamente, l’ADR si applica in modo esclusivo alla fase di trasporto su strada. Quest’ultimo riguarda i rifiuti che, in caso di incidente, possono causare danni a salute, beni e ambiente, con effetti di breve durata.
All’interno dell’Accordo vengono esplicitate svariate disposizioni, quali l’utilizzo di attrezzature adatte, l’adeguata etichettatura del pericolo, nonché la formazione del personale operativo, che include l’iter per il conseguimento del patentino ADR. Si tratta di un certificato di formazione professionale che viene rilasciato ai conducenti di veicoli addetti al trasporto merci pericolose.
Oltre a definire obblighi e dettagliati criteri, la normativa delinea anche una serie di esenzioni, parziali o totali, per le imprese edili che trasportano merci pericolose.
- L’esenzione totale si applica, ad esempio, ai trasporti legati all’attività principale dell’impresa, come l’approvvigionamento di cantieri, per quantità non superiori a 450 litri per imballaggio;
- l’esenzione parziale, invece, riguarda il trasporto di gasolio o benzina per rifornire mezzi da cantiere, con limiti specifici.
In entrambi i casi, non sono richieste particolari prescrizioni per il veicolo e l’autista deve avere una formazione di base sulla gestione delle merci pericolose (senza necessità del patentino ADR). Inoltre, le imprese che rientrano nei limiti di esenzione possono essere esentate dall’obbligo di nominare un consulente per la sicurezza.
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La figura del consulente ADR
Il consulente della sicurezza ADR? Si tratta di una figura professionale introdotta in Italia con il Decreto legislativo 40/2000. Ogni impresa la cui attività comporta la spedizione o il trasporto di merci pericolose su strada, oppure operazioni di imballaggio, di carico, di riempimento o di scarico, deve nominare uno o più figure incaricate di facilitare l’opera di prevenzione dei rischi per le persone, per i beni o per l’ambiente inerenti a tali attività. Uno dei principali requisiti del consulente della sicurezza è quello di essere titolare di un certificato di formazione professionale valido per il trasporto merci pericolose per strada (ADR) e/o ferrovia (RID) e/o per vie navigabili interne (ADN), certificato che viene rilasciato dalla Motorizzazione a seguito del superamento di un esame.
Vento di novità per la normativa ADR
A partire dal gennaio 2025 sono state introdotte alcune modifiche in materia di trasporto di rifiuti pericolosi⁵. Nello specifico:
- il lavoro più significativo è stato l’aggiunta di nuove classi di prodotti pericolosi, fra cui le batterie a ioni di sodio. Sempre in riferimento alla classificazione, sono stati introdotti 11 nuovi numeri di identificazione delle sostanze pericolose (ONU) e inseriti nella rispettiva tabella all’interno della normativa.
- Aggiornamenti anche per quanto riguarda il Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti (RENTRI). Lo strumento, attivato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per digitalizzare i documenti relativi alla movimentazione e al trasporto dei rifiuti, entrerà pienamente in funzione a partire dal 13 febbraio.
- A partire dal 2025, saranno introdotte novità nel trasporto di rifiuti pericolosi, tra cui la possibilità di trasportare rifiuti contenenti amianto in forma libera, a specifiche condizioni. Verranno, inoltre, stabiliti nuovi criteri di trasporto per gli imballaggi dei rifiuti, inclusi quelli in plastica per il trasporto di rifiuti liquidi e gli imballaggi generici.
Quest’anno vede anche l’introduzione di nuove disposizioni riguardanti il trasporto in cisterne, con l’adozione di regole specifiche sul grado di riempimento per le cisterne destinate al trasporto di liquidi a temperatura superiore ai 50°C.
Il ruolo di Pragma Chimica
L’obbligo di adeguarsi all’ultimo aggiornamento della normativa è già in vigore per i trasporti internazionali, mentre a livello nazionale le novità saranno operative a partire dal 1° luglio 2025. Il mancato rispetto delle direttive ADR, compresa l’omessa nomina del consulente per la sicurezza, può comportare ingenti sanzioni pecuniarie.
Vista la complessità della burocrazia e le numerose modifiche e specificità della normativa ADR, il supporto di specialisti di comprovata esperienza può fare la differenza e aiutare a rimanere sempre in linea con le disposizioni. Pragma Chimica si pone come azienda intermediaria per la gestione e lo smaltimento di rifiuti pericolosi, assicurando che il passaggio dall’azienda produttrice a quella addetta allo smaltimento avvenga in modo sicuro e nel rispetto delle normative vigenti. Vogliamo, insomma, porci come un compagno di viaggio affidabile. Non sarà un viaggio a/r dalla Terra alla Luna, ma di certo si arriverà a meta al meglio.
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NOTE
¹ Global Waste Management outlook 2024, Nazioni Unite per l’ambiente
² Rapporto Rifiuti Speciali ed.2024, Centro Nazionale dei Rifiuti e dell’Economia Circolare dell’ISPRA
³ Per approfondire: Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, Testo Unico Ambientale.
⁴ Modello Unico di Dichiarazione ambientale, ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica
⁵ Accordo europeo relativo al trasporto internazionale su strada delle merci pericolose
Per approfondire: Emendamenti ufficiali con le modifiche alla normativa ADR